A beautifully designed WordPress blog theme displaying large typography and customizable color palettes. With its clean and modern design, Blogorama offers a unique and engaging way to showcase your blog content.

Alle stessa stregua l’artista trattò anche i volti dei protagonisti dello star system, come Marilyn  Monroe ed Elvis Presley.

ARTE E IMMAGINE

ARTE PREISTORICA

ARTE EGIZIA

L’INVERNO DI EDVARD MUNCH

Risultati immagini per RITORNO DAL BOSCO SEGANTINI

TITOLO: Ritorno dal bosco

DATA: 1890

AUTORE: Giovanni Segantini

TECNICA: olio su tela

DIMENSIONI: 64,5 x 95,5 cm

VIDEO: ANALISI DELL’OPERA “RITORNO DAL BOSCO”

DI GIOVANNI SEGANTINI

Il pittore Giovanni Segantini, autore di questo dipinto, è stato definito in maniera senza dubbio riduttiva “pittore della montagna”, perché i paesaggi montani sono stati oggetto di molte sue rappresentazioni.

In realtà nelle sue opere non c’è solo una descrizione delle Alpi. Egli ha restituito alla luce delle montagne un significato simbolico, un linguaggio visivo che esprime la dimensione sacra della natura.

Nei quadri di Segantini trovano rappresentazione gli abitanti delle montagne a contatto con una natura incontaminata, che è materna generatrice di vita ma a volte anche avara nell’elargire i suoi doni.

Pastori e contadini, sono umili personaggi alle prese con con la fatica quotidiana pur se in mezzo alla meraviglia del creato. Ora al lavoro sotto il sole cocente, ora tra le nevi e il freddo.

Sono personaggi apparentemente estranei al nostro mondo, pervaso dalla tecnologia e dai benefici del progresso, eppure incredibilmente attuali nel loro valore simbolico: sono esseri umani, tesi tra il mondo materiale e il divino, tra la quotidianità del lavoro e il rapporto con la natura, che dona momenti positivi e momenti difficili.

Nel dipinto in questione, la donna, ritratta di spalle e vestita in abiti scuri, trascina una pesante slitta verso il villaggio. Il carico di legna assume in primo piano una forma contorta, come a significare la non lineare vita delle persone, che per ogni beneficio affrontano dei costi e dei sacrifici.  

La postura inclinata in avanti mostra la fatica del lavoro in un cammino che conduce dalla foresta all’abitato, due luoghi simbolicamente opposti.

L’atmosfera rimanda alle ultime luci che precedono il tramonto.

La neve riflette il chiarore del cielo. Il percorso verso il villaggio è tracciato in diagonale.

Un percorso già tracciato all’andata, un viaggio fatto anche da altre persone, in un andare e tornare dalla foresta al paese, dall’uomo alla natura e dalla natura all’uomo.

Le case illuminate dal fuoco dei camini si pongono in secondo piano, a ridosso dello sfondo costituito dalle montagne che si stagliano contro il cielo invernale che precede il crepuscolo.

I colori sono accostati puri sulla tela e a piccoli tratti, per rappresentare il vero attraverso gli effetti della luce, esaltando la luminosità della composizione, secondo la tecnica divisionista.

Guardando questo dipinto, pare di sentire il rumore ovattato della slitta che scivola sul tracciato, l’odore del freddo invernale, il silenzio della neve.

Potrebbe essere una nonna, in cammino verso la famiglia che si riscalda al fuoco del camino, nelle picco

VIDEO: LE NATURE MORTE

DI RENATO GUTTUSO

Intorno al 1596 Caravaggio dipinge la “Canestra di frutta” e afferma in Italia l’interesse per il soggetto inanimato non più periferico e complementare alla figura umana, ma centrale ed esauriente, autonomo protagonista dell’opera d’arte. Dipinte con attenzione scientifica, pere, mele uva e melograni fanno sembrare la canestra un ritratto umano.

Risultati immagini per caravaggio canestra di frutta

Sempre in Italia, nella prima metà del Novecento, si impone sulla scena mondiale un grande pittore, che ha fatto della natura morta il centro della sua produzione artistica: Renato Guttuso.

Risultati immagini per guttuso foto

“Ho sempre dipinto le cose che mi stanno intorno. Io ho un rapporto con le cose con le quali vivo. Un rapporto diretto e semplice. Che cerco di trasmettere quando faccio un quadro. Gli oggetti si promuovono da soli. Si eleggono da soli come preferiti. Se poi uno sparisce quasi ne soffro”.

Per Guttuso la forza delle cose è tale da dar loro un significato più ampio di oggetti come merce di scambio: le cose assumono un valore sentimentale, si inseriscono nella vita intima delle persone pertanto la loro rappresentazione non è semplice imitazione di un fenomeno fisico, non una fotografia, ma poesia che muove l’espressione artistica. Le opere di Guttuso dipinte negli anni della guerra si caratterizzavano per la presenza di molti oggetti, come accumulati senza razionalità ad esprimere il senso del provvisorio e le cose si caricano di forza drammatica. I colori sono accesi, ci sono verdi, rossi, neri, plumbei. Gli oggetti di uso quotidiano simboleggiano una realtà sofferente e attraverso di essi l’artista dialoga con lo spettatore mettendo a nudo se stesso. In “Natura morta con drappo rosso” del 1942 sono rappresentati oggetti di forte natura simbolica. Un cesto di vimini, una pila di libri, due bottiglie, una sedia, un pacchetto vuoto di sigarette e un bucranio. In primo piano e quasi al centro del dipinto, il teschio di ariete, simbolo di morte e della guerra in atto. Gli oggetti del vissuto quotidiano fanno riferimento alla vita dell’artista. Un drappo rosso movimenta i piani della scena connotando l’opera di ulteriore valenza ideologica.

Risultati immagini per natura morta con drappo rosso

Negli anni dell’immediato dopoguerra le opere di Guttuso risentono dell’influenza cubista, il pittore si concentra su pochi elementi resi con una certa rigidità di angolazione. In “Natura morta notturna” gli oggetti sono definiti attraverso una scomposizione dei piani e il contorno netto scuro. L’ambiente in cui la natura morta si inserisce non è riconoscibile. Fatta eccezione per un barattolo disposto al centro e in primo piano, la scena è occupata da tronchi spezzati e foglie secche.

Risultati immagini per natura morta notturna

Negli anni cinquanta la pittura di Guttuso subisce un’ulteriore evoluzione. Il suo stile è maturo, le composizioni sono calibrate, le cromie sono vivide e le pennellate leggere. In “Finestra a Riano”Flaminio” un secchio di pomodori domina una scena di silente quiete estiva. Il vivido colore degli ortaggi e la loro prepotente presenza attirano lo sguardo dello spettatore. E’ il suo realismo pieno.

Risultati immagini per finestra a riano flaminio

Successivamente si susseguono quadri in cui gli oggetti appaiono affastellati disordinatamente ed altri che riproducono pochi e ravvicinati elementi. Nel 1974 Guttuso esegue “Peperoni”. Al di sopra di un piano movimentato dalla presenza di un drappo bianco, si colloca una natura morta di peperoni dalla forma sinuosa che richiama le pieghe del telo. Le pennellate tortuose donano profondità al dipinto, le cromie adoperate non sono brillanti ma più cupe e opache.

A CORREDO DELL’ARTICOLO NATURE MORTE – LA PITTURA DI RENATO GUTTUSO

PROPONGO UN VIDEO CON SELEZIONE DI OPERE PITTORICHE DI RENATO GUTTUSO

A TEMA LA NATURA MORTA.

LE NATURE MORTE DI RENATO GUTTUSO

“Contentiamoci di far riflettere, non cerchiamo di convincere.”

Georges Braque

IL CUBISMO DI GEORGES BRAQUE – GALLERIA D’ARTE

Di solito quando si parla di CUBISMO si pensa a Picasso. Certamente è uno degli artisti più noti al mondo e tra i massimi esponenti dell’evoluzione cubista, ma non è del tutto vero che questa corrente artistica è iniziata con l’opera di Picasso. Pensiamo a Georges Braque. Quando espose nella prima personale alla galleria Kahnweiler di Parigi, alcune vedute dell’Estaque (una località vicino a Marsiglia), il critico Vauxcelles, vedendole, usò l’espressione “bizzarrie cubiche”. Si stava già assistendo ad una scomposizione del tessuto pittorico in una serie di tessere giustapposte.

In un primo tempo Braque aveva aderito alla corrente dei fauves , affascinato dai forti contrasti lineari e cromatici della loro pittura, ma è Paul Cézanne, nell’ultima fase della sua lunga attività pittorica, a dare impulso alle idee di Braque e Picasso, allontanandoli dalla figurazione tradizionale e proponendo la tendenza a rappresentare gli oggetti come se fossero osservati da più punti di vista contemporaneamente. Attraverso il colore le figure venivano ricondotte a forme geometriche essenziali come il cono, il cilindro, la sfera.

In natura tutto è modellato secondo tre moduli fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole.” Paul Cézanne.

                                 “Il lago di Annecy” Paul Cèzanne.                                                                                             Risultati immagini per CEZANNE ILLAGODI ANNECY

  “Ritratto di Ambroise Vollard” Pablo Picasso                    

Ponendoci di fronte alla raffigurazione che Picasso fece del proprio gallerista, ci troviamo davanti ad una netta rottura con i canoni della ritrattistica allora in voga. La figura è riconoscibile ma sottoposta ad un processo di geometrizzazione. L’immagine appare scomposta in molte parti successivamente riassemblate liberamente. Si assiste ad un intersecarsi di piani e superfici che tuttavia non impedisce la percezione della figura e persino dell’espressione del viso. Concretezza e astrazione sembrano fuse in opere che i primi critici tra i quali Henri Matisse, definivano “ridotte a piccoli cubi”.

Da qui il nome CUBISMO. Nell’opera di Georges Braque “Case all’Estaque” (vedi galleria d’arte) viene portato alle estreme conseguenze il modello geometrico-strutturale di Cézanne. Quest’ultimo, nella tela “Il lago di Annecy” aveva disposto larghe pennellate di colore come tessere di un puzzle. In entrambe le figure un albero è posto in primo piano, ma nell’opera di Braque un vero e proprio mosaico di tessere traduce l’intero paesaggio in poche forme regolari e solide . In “Case all’Estaque” e “Alberi all’Estaque” (vedi galleria d’arte) è subentrato nel modo di rapportarsi a Cézanne un mutamento sostanziale. La gamma di colori utilizzati si riduce, il cielo e il vuoto sono del tutto aboliti. Campeggiano forme geometriche mentre gli unici elementi curvilinei sono presenti nei tronchi dell’albero, con l’esito di accentuare maggiormente il montaggio ascensionale dei solidi geometrici.

Si può suddividere il Cubismo in tre momenti tra loro distinti e successivi:

  • una fase iniziale dipendente dalle ricerche di Cézanne e caratterizzata da una forte semplificazione delle forme;
  • una fase analitica nella quale l’oggetto viene analizzato e mostrato nei suoi molteplici aspetti;
  • una fase matura (detta sintetica) nella quale gli artisti recuperano l’unità dell’oggetto rappresentandolo non in maniera naturalistica, ma secondo processi mentali più che visivi.

Durante la fase analitica (1909/10 – 1912) i piani in cui sono scomposti gli oggetti si intersecano e si compenetrano fino ad annullarne la leggibilità. Osservando tra le altre “Violino” (vedi galleria d’arte), si vede che l’oggetto rappresentato non è più riconoscibile per la sua sagoma, praticamente scomparsa, ma attraverso simboli della scrittura musicale. Le opere di questo periodo sono spesso dominate da tonalità che non hanno alcun riferimento ai colori reali degli oggetti raffigurati.

A partire dal 1912, la pittura cubista subisce una profonda trasformazione: i quadri diventano di nuovo leggibili. Nell’opera “Donna con chitarra” (vedi galleria d’arte) viene ripresa la figura umana che suona uno strumento, già presente nel cubismo analitico, ma la figura è chiaramente riconoscibile e si riduce la molteplicità dei punti di vista, i piani si dilatano e si semplificano, le citazioni oggettuali sono immediatamente comprensibili. Braque elabora il contrasto di bianchi, bruni e neri e lo schema a ventaglio.

Titolo: La danza.
Periodo: Fauves
Dimensioni: 2,60 m x 3,9 m
Supporto: Colore ad olio
Ubicazione: Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo
 
 

VIDEO: ANALISI DELL’OPERA

“LA DANZA” DI HENRI MATISSE

 
 
Il senso della danza, che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi tratti e con appena tre colori. 
La scena si svolge su una collina verde contro uno sfondo azzurro notturno, quasi cupo.
Le figure scarlatte si dimenano come fiamme in movimenti ampi e ben delineati.
In questa opera emerge l’equilibrio di tre universi: il cielo, la terra, l’umanità.
Le linee si sviluppano a descrivere sul foglio ampie superfici, con campi cromatici uniformi.
I colori violenti esaltano le emozioni.
Sono protagonisti le linee di contorno e la radiosità dei toni puri, che contraddistinguono la produzione di Matisse fin dagli esordi.
 
L’opera è caratterizzata dall’uso di colori molto accesi, rosso, verde e blu, secondo l’impostazione fauve.
Il colore è impiegato in grandi stesure bidimensionali (a due dimensioni, non tridimensionali), delimitate da linee sinuose su un fondo dicromo (di due colori), dove viene accennato un arcuato piano di terra e l’orizzonte del cielo.
 
La sagoma delle figure è evidenziata da marcate linee nere di contorno, che aumentano lo stacco cromatico e conferiscono all’immagine un’idea di movimento, determinando il ritmo della composizione.

Le braccia sono tese nello slancio di tenere chiuso un cerchio che sta per aprirsi tra le due figure poste in basso a sinistra. Una delle figure è infatti protesa in avanti per afferrare la mano dell’uomo, che allunga la propria mano alla donna con una torsione del busto all’indietro.

E’ una danza che esprime un senso di energia e di continuo movimento,  come a rappresentare il tentativo degli uomini a mantenere l’armonia e l’unione con gli altri.

COME LEGGERE UN’IMMAGINE

In un’opera d’arte, le linee, i colori, la distribuzione delle forme nello spazio, la tecnica utilizzata dall’artista, la presenza di luci e di ombre… sono elementi che conferiscono all’immagine delle particolari valenze comunicative.

Ecco alcuni elementi che devi tenere in considerazione quando osservi un’immagine.

Le linee.

La linea è fondamentale per tradurre il movimento di figure ed oggetti.

Il ritmo di una composizione si legge non solo dalle linee di contorno delle forme, ma anche dal legame esistente tra le varie raffigurazioni e lo spazio che le comprende.

Il rapporto che si crea tra pieni e vuoti, determina il ritmo della composizione.

Allora chiediti:

  • Come sono le linee (sinuose, dritte, curve, spezzate, regolari, irregolari, contorni grossi, contorni sottili, orizzontali, verticali, ondulate, assenza di linee….)?
  • Qual è la direzione prevalente delle linee (verticale, orizzontale, diagonale..)?
  • Come si caratterizza il segno (netto, sfumato, leggero, pesante..)?

Il colore.

Il colore viene percepito dai sensi e si pone in relazione con gli stati d’animo e l’immaginazione.

Saper individuare in un’opera d’arte il modo e la tecnica con cui l’artista ha usato il colore, significa avvicinarsi al suo mondo e comprendere meglio le sue intenzioni comunicative ed espressive.

Allora chiediti:

  • Quali sono i colori prevalenti (primari, secondari)?
  • Quali sono le tonalità dominanti (accese, vivaci, spente, chiare, scure, a contrasto, fredde, calde, morbide…)
  • Come è stato steso il colore ( a macchie, a spruzzo, a pennellate distese e uniformi, a piccoli tocchi…)?

La luce e l’ombra.

Luce e ombra sono strettamente legate.

L’ombra dipende dal tipo di luce esistente, dalla sua intensità e dalla sua provenienza.

Allora chiediti:

  • Qual è la direzione di provenienza della luce (laterale, frontale, controluce…)?
  • Com’è la luce e che rapporto c’è fra le zone in luce e le zone in ombra (si creano contrasti, la luce è diffusa, solare, piena, calda, fredda, diretta, radente, a getti, bianca, colorata, soffusa, che sfuma, che abbraccia le forme, concentrata…)?
  • Che sentimenti esprimono gli equilibri e i rapporti tra luci ed ombre presenti nell’opera?

La struttura compositiva.

La struttura compositiva è rappresentata dal modo in cui l’artista ha scelto di disporre le forme nello spazio.

Allora chiediti:

  • Come sono distribuiti prevalentemente gli elementi nello spazio (in primo piano, in secondo piano, sullo sfondo)?
  • Quali sono le caratteristiche dello sfondo?
  • Si riesce a cogliere la prospettiva?

Cerca informazioni sulla vita e la personalità dell’artista, scopri in che periodo della storia è vissuto e come questo può avere influito sulle sue creazioni.

In questo modo, potrai aggiungere alle emozioni che l’opera suscita in te, la comprensione dei sentimenti che l’autore voleva esprimere e comunicarti.

claude_monet

Dipingere en plein air

I PAESAGGI DI CLAUDE MONET

Autore:  Claude Monet

Titolo:  I papaveri

Data: 1873

Tecnica:  olio su tela

Dimensioni:  cm 50 x 65

Ubicazione:  Museo d’Orsay, Parigi

L’artista, attraverso l’utilizzo del colore, rende l’immediatezza della percezione visiva della natura in un’immagine accecata dalla luce di un pomeriggio assolato.

Anche in questa opera Monet sperimenta la nuovissima tecnica di costruire la figura direttamente con il colore, completamente autonoma dalle regole accademiche, le quali prescrivevano che il colore fosse subordinato al disegno.

Utilizzando il rosso intenso dei papaveri, con cui punteggia a tratti la tela, dona all’immagine una forte intensità espressiva. Il sentiero tra i campi conferisce al dipinto la profondità spaziale, in un’opera dominata dalle pennellate veloci che creano vibranti effetti di luce.

Il quadro assume l’aspetto di una visione immediata della natura, riproducendo le rapide sensazioni, l’impressione, che il paesaggio offre agli occhi del pittore. Egli rappresenta il passaggio fugace della luce sui campi, sovrapponendo macchie di colori puri. L’effetto all’occhio dell’osservatore è quello di aprire una finestra sulla campagna estiva e sulla gioiosa vita all’aperto.

Due persone in cima alla collina e due in basso si avvicinano allo spettatore, con il risultato di creare un senso di movimento lungo il sentiero in discesa.

L’utilizzo dei colori complementari del verde e del rosso domina la parte inferiore del dipinto, in cui i contorni appaiono smorzati, mettendo in risalto la fusione delle figure umane con la natura. Il bambino è avvolto dai papaveri nell’erba alta, leggermente mossa dal vento, ancora una volta raffigurato nel suo fluire sulle immagini, come a rappresentare il respiro della natura.

La donna è ritratta con estrema naturalezza nella posa di reclinare all’indietro il parasole, come nell’atto di lasciarsi accarezzare dalla brezza che attraversa il campo.

La parte superiore del dipinto è dominata dai colori chiari e luminosi del cielo che sovrasta il paesaggio definito all’orizzonte dal verde intenso della linea degli alberi.

bomomo-5299

Spiegare l’arte astratta e dare la possibilità ai bambini di provare a realizzarla componendo dei veri e propri quadri?

Proviamo questa applicazione che in pochi minuti permette di dipingere le nostre opere astratte (come quella sopra riportata e da me “creata”). Seleziona uno dei pennelli dinamici e inizia a dipingere. Il lavoro fatto non viene poi perso potendo salvare il dipinto scaricando il file sul pc.

Buona pittura!

PITTURA ASTRATTA

PICASSOHEAD

Dopo la proposta dell’applicazione online per realizzare un quadro astratto proviamo a realizzare un quadro cubista con PICASSOHEAD , uno strumento digitale che permette agli utenti di creare dei piccoli capolavori con le caratteristiche dei quadri dipinti da Picasso. Picassohead è uno strumento popolare usato da studenti e docenti a livello internazionale per conoscere l’arte e promuovere la creatività,

Le opere realizzate potranno poi essere pubblicte nella gallery o inviate via mail.

PICASSOHEAD

PICASSOHEAD

Paul Jackson Pollock (Cody 28/01/12 – Long Island 11/08/56 ) è stato un pittore statunitense, considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto o action painting.

Ognuno dipinge ciò che è.” Jackson Pollock

 

 

VIDEO

Il dripping di Jackson Pollock
(tratto da Atlante di Arte e Immagine – Zanichelli)
Scuola di New York: Pollock e Rothko

VUOI PROVARE A DIPINGERE COME JACKSON POLLOCK?

CLICCA QUI SOTTO E POI USA IL MOUSE PER DIPINGERE

JACKSON POLLOCK PAINTING

“Pali blu”  – cliccare per SPIEGAZIONE e VIDEO

[/et_pb_text][et_pb_text _builder_version=”4.14.7″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}”]

WASSILY KANDINSKIJ

Vasilij Kandinskij, senza titolo, 1910.

Questo è il famoso acquerello di Kandinskij considerato la prima opera astratta della storia dell’arte, il dipinto è volutamente privo di titolo ed esprime leggerezza e movimento.

L’astrattismo nasce all’inizio del 1900.

Wasilij Kandinskij, russo, è il padre dell’astrattismo, uno degli artisti che hanno rivoluzionato l’arte moderna.

Nella sua vasta produzione, adottando numerose tecniche pittoriche, si allontana dalla arte figurativa come imitazione della realtà, sostituendo alla sua rappresentazione oggettuale, l’espressione puramente astratta dei sentimenti e delle idee attraverso forme, linee e colori.

kandinsky

Vasilij Kandinskij, Quadrati con anelli concentrici, 1913

GALLERIA DI ARTE SULL’ASTRATTISMO

CLICCA SULLE FRECCE PER FARE IL GIRO DELLA GALLERIA

freccia_giu

IL CONCETTO DI ASTRATTO NELL’ARTE

[/et_pb_text][et_pb_text _builder_version=”4.14.7″ _module_preset=”default” border_width_all=”2px” border_color_all=”#0C71C3″ global_colors_info=”{}”]

Il gioco è la prima forma di conoscenza,
dedicati ai piccoli,
questi puzzle avvicinano i bambini al mondo dell’arte e dell’informatica.

RICOSTRUISCI L’IMMAGINE DEL QUADRO GIOCANDO CON IL PUZZLE. PER LAVORARE A SCHERMO INTERO CLICCA SUL TASTO IN BASSO A DESTRA. E’ POSSIBILE GIOCARE CON DIVERSI GRADI DI DIFFICOLTA’ UTILIZZANDO I TASTI FACILITATORI IN BASSO A SINISTRA:

  • IL PRIMO PARTENDO DA SINISTRA FA VEDERE L’IMMAGINE DEL QUADRO
  • IL SECONDO DA SINISTRA FA INTRAVEDERE SULLO SFONDO L’IMMAGINE DEL QUADRO

IL TASTO A FORMA DI INGRANAGGIO DA’ LA POSSIBILITA’ DI CAMBIARE IL COLORE DELLO SFONDO DEL GIOCO.

miro_il_gallo
“IL GALLO” di MIRO’

miro_moglie-sole

“DONNA DAVANTI AL SOLE” di MIRO’

joan-miro-the-ladders-cross-the-azure-as-a-wheel-of-fire

“LE SCALE COME RUOTA DI FUOCO
ATTRAVERSANO L’AZZURRO” di MIRO’

Derivato dalla contrazione della definizione inglese Popular art (arte popolare), il nome di questa tendenza designa una duplice esperienza, sviluppatasi prima in Gran Bretagna alla metà degli anni cinquanta e in seguito negli Stati Uniti. Il grande successo di questa corrente si lega però agli anni della sua diffusione oltreoceano, dove, più che in ogni altro luogo del mondo, l’arte poté incarnare il mito e il sogno della società del benessere per tutti. Ispirandosi ai linguaggi della comunicazione di massa (cinema, televisione, manifesti pubblicitari, fumetti e rotocalchi) la Pop Art cominciò a proporre come proprio esclusivo soggetto il mondo degli oggetti di consumo, prodotti in serie dall’industria, promossi dalle réclame ed esposti nei supermercati, che vennero elevati al rango di opera d’arte in quanto simboli per eccellenza della società contemporanea.

Andy Warhol, con un passato da vetrinista e illustratore commerciale, approdò ad un linguaggio estetico in cui, bandita ogni impronta personale, si conferiva all’opera un’assoluta neutralità comunicativa. A tal fine Warhol adottò tecniche di produzione industriale dell’immagine e inventò la cosiddetta Factory, vera e propria officina dell’arte, che diede alla luce creazioni industriali di immagini i cui protagonisti erano i beni di largo consumo. Egli non inventava, ma riproduceva all’infinito le cose che facevano parte della cultura americana contemporanea. Nella maggior parte delle immagini di Warhol l’oggetto di consumo è ripetuto più volte. La ripetizione rispecchia la sua natura di prodotto industriale, realizzato in serie, esposto sugli scaffali dei supermercati e proposto dall’invadenza visiva dei messaggi pubblicitari.

Risultati immagini per coca cola andy di warhol

Alle stessa stregua l’artista trattò anche i volti dei protagonisti dello star system, come Marilyn  Monroe ed Elvis Presley.


Risultati immagini per marylin andy di warhol

A partire dal 1962 Andy Warhol realizzò una serie di opere dedicate a Marilyn Monroe, l’attrice americana morta proprio quell’anno e divenuta una dei miti del cinema americano. L’autore utilizza la stessa fotografia che ritrae Marilyn sorridente e la ripete più volte rielaborandola solo dal punto di vista cromatico. La ripetizione e moltiplicazione dell’immagine sembra annullare l’identità e la personalità del soggetto ritratto e lo accomuna a uno dei tanti prodotti inscatolati che si trovano sugli scaffali dei supermercati, pronti per essere consumati. Anche il procedimento meccanico della fotoserigrafia, utilizzato per la sua realizzazione e ben diverso dalla pratica manuale della pittura, contribuisce a creare un’immagine stereotipata e distaccata.

La fotografia utilizzata da Warhol era stata realizzata alcuni anni prima per pubblicizzare un film di Marilyn. L’artista restringe l’inquadratura mettendo in primissimo piano il volto e lo colora con tinte innaturali stese in modo piatto, con l’esito di annullare ogni effetto tridimensionale dell’immagine. Tuttavia i cambiamenti di colore mettono in evidenza ogni volta elementi diversi del ritratto: i capelli, gli occhi, la bocca, dando vita a immagini che comunicano allo spettatore impressioni differenti.

VIDEO

ANDY WARHOL – MARILYN – TRECCANI

Siti web che permettono di creare un disegno o una fotografia alla maniera di Andy Warhol.

Se vuoi creare un ritratto pop art personalizzando anche i colori clicca sotto

bloggif_5884565fed8f2

CREA UN RITRATTO POP ART

popart66c72e0ae929506372c21aed4ee6baf1833e14e7

CREA UN POSTER POP ART

[/et_pb_text][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”4.10.6″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}”][et_pb_text _builder_version=”4.14.7″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}”]

In questo articolo vi propongo due brevi video.

Nel primo video le linee di Kandinskij acquistano movimento grazie alle nuove tecnologie.

freccia_giu

THE KANDINSKIJ EFFECT

Nel secondo video, datato 1926, Kandinskij stesso disegna su un foglio bianco le linee che per sempre rappresenteranno la sua arte innovativa, segnando il passaggio dalla rappresentazione oggettuale della realtà all’astrattismo.

freccia_giu

LA CREAZIONE DI KANDINSKIJ

[/et_pb_text][et_pb_text _builder_version=”4.14.7″ _module_preset=”default” global_colors_info=”{}”]

2_adac121743

JOAN MIRO’ – GALLERIA D’ARTE E VIDEO

MIRO’ – POESIA E LUCE – TRECCANI

“Mio padre era un uomo molto pragmatico, l’esatto contrario di mia madre. Quando una volta, mentre eravamo a caccia insieme, io dissi che il cielo era color lilla, lui mi prese in giro e io mi arrabbiai moltissimo…”

Nato a Barcellona nel 1893, Miro’ divenne un artista in condizioni del tutto avverse: in famiglia cercavano di indirizzarlo verso una professione più sicura rispetto a quella dell’artista, il mondo accademico aveva conosciuto il Cubismo, il Dada, i Fauves, l’arte aveva superato l’obbligo di rappresentare oggetti riconoscibili, si erano formati campi avversi. I giovani artisti dovevano decidere da che parte stare e al tempo stesso trovare una propria identità.

Mirò, bambino sognatore, chiuso in se stesso e pessimo scolaro, a sette anni ricevette le prime nozioni di disegno.

Inviato dai genitori in vacanza dalla nonna materna che viveva a Maiorca  perché potesse beneficiarne la sua salute cagionevole, Mirò trascorreva gran parte del suo tempo a disegnare in solitudine.

All’età di quattordici anni, tenuto conto dei suoi modesti risultati scolastici, il padre insistette per una formazione di tipo commerciale. Ma il ragazzo poté anche iscriversi ad una celebre accademia d’arte dove aveva insegnato il padre di Picasso. Diversamente da Picasso, che a quell’epoca padroneggiava tutte le tecniche accademiche, Mirò era un assoluto principiante, apparentemente senza un particolare talento.

A diciassette anni Mirò ottenne un posto da contabile in un’impresa chimico-metallurgica e mise da parte pennelli e tavolozza.

Questo provocò in lui un forte esaurimento nervoso e ciò convinse il padre che la sua propensione per il mondo degli affari era del tutto scarsa.

A diciannove anni Mirò si iscrisse all’accademia Galì di Barcellona, dove ogni studente poteva sviluppare la propria personale creatività. Nonostante il maestro comunicasse al padre di Mirò che il ragazzo aveva un enorme talento, la sua famiglia, per quanto agiata, non intendeva aiutare materialmente il figlio nel suo progetto di diventare artista. I genitori desideravano che trovasse un impiego per rendersi economicamente indipendente.

“Per mantenermi e allo stesso tempo continuare a dipingere, la mia famiglia mi consigliò di farmi monaco o, in alternativa, di andare soldato…” A quel tempo in Spagna un giovanotto doveva assolvere il servizio militare a meno che la famiglia non lo riscattasse con una somma sostitutiva. Il padre di Mirò pagò solo in parte, così che egli dovette trascorrere un servizio abbreviato di tre mesi all’anno, (da ottobre a dicembre) nel servizio militare dal 1915 al 1917. Per il resto del tempo si dedicava all’arte.

I primi lavori di Mirò risentono dell’influenza dei Fauves, che ebbe tra i più celebri rappresentanti Henri Matisse. Mirò ricorse ai generi tradizionali della natura morta, del paesaggio e del ritratto mentre maturava un proprio stile, sperimentando nuove teorie cromatiche. Nel dipinto “Il sentiero, Ciurana” è ritratto il paesaggio collinare nei dintorni di Montroig, l’artista abbandona i colori naturali, le singole pennellate si inseriscono in un ritmo di colori spezzati, tra i quali si contrappongono i gialli, i verdi, i blu e i lilla che salgono e scendono in raggruppamenti di motivi rigati.

Nel 1920 Mirò arrivò a Parigi dopo una lunga riflessione su come avrebbe potuto mantenersi durante il soggiorno: “Io che attualmente non posseggo NULLA, devo guadagnarmi da vivere, che sia qui, o a Parigi, o a Tokyo o in India”.

Anche se pare che avesse ricevuto una certa somma dalla madre per coprire le prime spese, viveva in un albergo di conterranei che ospitava molti altri intellettuali catalani. Durante il soggiorno nella capitale, Mirò incontrò Picasso che lo incoraggiò molto. Passato un primo periodo in cui ebbe la meglio un certo timore reverenziale, Mirò ritrovò il proprio equilibrio e fu nuovamente in grado di osservare il mondo artistico parigino con occhio critico. Si rese conto che la maggior parte dell’arte contemporanea era creata a scopo commerciale e non proveniva dall’esigenza di dare espressione a idee vitali.  “Ho visto qualche mostra dei moderni. I francesi dormono. Esposizione Rosenberg. Opere di Picasso e di Charlot. Picasso molto bello, molto sensibile, un grande pittore. La visita al suo atelier mi ha depresso. Tutto è dipinto per il suo mercante, per i soldi: andare da Picasso è come andare a trovare una ballerina con troppi spasimanti…”

A partire dal 1923 si assiste ad un progressivo allontanamento dalla realtà riconoscibile: in “Paesaggio catalano (Il cacciatore)” il mondo oggettuale è stato ridotto ad un limitato numero di segni. Del cacciatore è riconoscibile solo la pipa, tutto il resto è ricondotto a poche linee. Afferma l’artista: “Lavoro molto duramente; mi muovo verso un’arte concettuale che considera la realtà solo come punto di partenza e mai come fine”.

Quando dipinse “Il carnevale di Arlecchino”, Mirò aveva un suo atelier: “Come mi venivano in mente tutte le idee per i miei dipinti? Tornavo tardi la sera nel mio atelier in rue Blomet e andavo a letto, a volte senza aver mangiato nulla. Vedevo cose e le annotavo sul mio taccuino. Mi apparivano visioni sul soffitto…”.

Egli afferma spesso di lavorare sulla base delle allucinazioni provocate dalla fame: spendeva i suoi soldi per pagarsi i colori, il sapone e i viaggi in Spagna.

Nel 1937 si celebrò l’anno dell’Esposizione mondiale di Parigi. Il padiglione spagnolo mostrava la celeberrima “Guernica” di Pablo Picasso che si riferiva al primo bombardamento su persone inermi durante la guerra civile spagnola.  Mirò fu invitato a realizzare una parete che si estendeva su due piani. Egli, che non aveva mai dipinto nulla di tali dimensioni, realizzò il ritratto monumentale di un contadino catalano che tiene una falce nel pugno teso: “Il Mietitore”. 

Alla viglia della seconda guerra mondiale Mirò dipinge “La scala della fuga” metafora della via d’uscita dalle condizioni opprimenti del tempo.

“Fu il periodo in cui scoppiò la guerra. Sentivo il bisogno di fuggire. Consapevolmente mi rifugiai in me stesso. La notte, la musica, le stelle cominciavano ad assumere un ruolo importante nella mia ricerca di idee per i dipinti…”

Risultati immagini per GUERNICA ANALISI OPERA

Autore: Pablo Picasso

Data: 1937

Tecnica: olio su tela

Dimensioni : 349×777 cm.

Ubicazione: Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. Madrid

CLICCA SOTTO

LEZIONE E QUESTIONARIO – LA “GUERNICA”

VIDEO

LA GUERNICA
GUERNICA DI PABLO PICASSO IN 3D

IMPRESSIONISMO

IL VENTO NELL’ARTE

QUADRI D’AUTUNNO

L’AUTUNNO DEI PITTORI