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GIACOMINO E IL FAGIOLO MAGICO
RISPONDI ALLE DOMANDE DEL TEST DI COMPRENSIONE
GIACOMINO E IL FAGIOLO MAGICO
LA FAVOLA – LETTURA E COMPRENSIONE
Il leone, la volpe e il cervo
Un leone che giaceva ammalato in una caverna, disse alla volpe che gli era affezionata e veniva a visitarlo: “Se tu vuoi che io guarisca e che viva, devi, con le tue dolci parole, abbindolare quel gran cervo che abita nel bosco, e spingerlo tra le mie zampe: ho una gran voglia della sua carne e del suo cuore”.
La volpe andò, trovò il cervo che scorrazzava tra i boschi, e, tutta complimentosa, lo salutò, dicendogli: “Sono venuta a portarti una bella notizia. Il leone, nostro re, che, come sai, è mio vicino di casa, è ammalato, ormai in punto di morte. Egli ha dunque pensato a quale delle bestie dovrà succedergli nel regno. Il cinghiale, diceva il leone, è uno stupido, l’orso è balordo, la pantera è collerica, la tigre è tutta fanfaronate; il più adatto a fare il re è il cervo, che ha una bella statura, che vive per molti anni, che con le corna fa paura ai serpenti. Ma perché farla lunga? In conclusione, sei stato scelto per essere re. Se dai retta a me che sono vecchia, io ti consiglierei di venire anche tu e di stargli vicino finché non muore”. Così disse la volpe.
A queste parole il cervo si montò la testa, e, ignaro di quel che l’aspettava, s’avviò verso la caverna. Il leone si precipitò d’un balzo su di lui, ma riuscì soltanto a lacerargli le orecchie con gli artigli, mentre quello fuggiva di corsa tra i boschi.
Il leone piangeva, ruggendo a gran voce, vinto dalla fame e dal dolore, e scongiurava la volpe di fare un’altra prova e di escogitare uno stratagemma per portarglielo di nuovo. Quella gli rispose: “Difficile e faticoso è quel che tu mi ordini. Tuttavia ti presterò ancora il mio aiuto”.
La volpe si mise in cerca del cervo. Lo trovò nel bosco, che riprendeva fiato, e sfacciatamente gli si fermò davanti. Il cervo, pieno d’ira e con il pelo rabbuffato, gridò: “Non mi prenderai più, sporca bestiaccia; se ti avvicini a me sei morta. Vai a volpeggiare con quelli che non ti conoscono. Vai a scegliere qualcun altro per farlo re e per montargli la testa”.
E la volpe rispose: “Ma perché sei vile e pauroso? Perché sospetti di noi, tuoi amici? Il leone ti aveva afferrato per le orecchie perché voleva darti dei suggerimenti e delle istruzioni sulla tua importante missione di re, prima di morire. E tu non sei stato capace di sopportare il graffio della zampa d’un povero malato! Ora egli è più adirato di te, e vuol lasciare il regno al lupo. Ma su, vieni, non aver paura, e non comportarti come una pecora. Ti giuro, per tutte le foglie e per tutte le fonti, che il leone non ti farà nulla di male; quanto a me, sarò soltanto ai tuoi servizi”.
Ingannando in tal modo il disgraziato, lo indusse a tornarvi. E quando fu entrato nella caverna, il leone ebbe il suo pranzo..
Il desiderio degli onori turba la mente umana e oscura la visione dei pericoli.