La civiltà cinese ebbe origine vicino al Fiume Giallo e al fiume Azzurro.
LE CIVILTA’ D’ORIENTE – video Hub scuola
L’UOMO PREISTORICO CINESE
La Cina è abitata fin da un milione di anni fa, quando l’uomo erectus vi si stabilì. Come indicato dalle frecce rosse della cartina, l’uomo erectus uscì dall’Africa per raggiungere l’Oriente a partire da un milione di anni fa. Nelle grotte di Zhoukoundian, vicino Pechino, sono stati rinvenuti i resti di un uomo vissuto 700 mila anni fa. Quest’uomo è stato denominato “Uomo di Pechino”. Nei pressi della grotta, oltre agli ominidi e alle loro suppellettili, sono state trovate le tracce di oltre 100 specie di animali, che costituivano probabilmente le prede dell’uomo.
Da predatore l’uomo diventò agricoltore e allevatore. Il terreno della Cina era particolarmente adatto alla coltivazione del riso, che ben presto divenne il cibo principale dei suoi abitanti. Il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro scendevano dalle alte montagne dell’Himalaya e, dopo la stagione delle piogge e il disgelo delle nevi, le loro acque straripavano dai letti depositando il prezioso limo. Il Fiume Giallo prese questo nome perché, attraversando il deserto, trasportava a valle la sabbia che colorava le sue acque. Dopo la stagione delle piogge, la sabbia diventava fango e usciva dal letto del fiume. Questo fango fertilizzava i campi rendendoli adatti alla coltivazione del miglio e del frumento. La regione attraversata dal Fiume Azzurro era ricca di acque per un periodo molto lungo dell’anno e aveva un clima che favoriva la coltivazione del riso. Rispetto alle altre civiltà dei grandi fiumi, l’allevamento di mucche, pecore e capre era meno diffuso, mentre era molto praticato l’allevamento dei bachi da seta, da cui i Cinesi ricavavano il prezioso filato.
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE
Intorno al 1700 a.C. si edificarono le prime città e si formarono i primi regni governati da re che appartenevano a potenti dinastie, cioè a famiglie che si tramandavano il potere di padre in figlio. Questi regni erano spesso in guerra tra loro, fino a che, nel 221 a.C. Shi Huangdi unificò l’intero territorio e si proclamò il primo imperatore della Cina, nome che deriva da quello della sua dinastia: Qin, che si pronuncia “cin”. Il sovrano aveva poteri assoluti e veniva consigliato dai nobili e dai sacerdoti che vivevano nel suo palazzo. I mandarini erano funzionari che riscuotevano le tasse pagate dalla popolazione. Vi erano poi gli artigiani che lavoravano il bronzo, ceramisti, fabbricanti di tessuti, intagliatori di pietre preziose. Infine c’erano i contadini che lavoravano la terra dei grandi proprietari a cui davano la maggior parte del raccolto. I contadini erano tenuti a lavorare gratuitamente per la costruzione di canali di irrigazione, di strade e fortificazioni.
IL CULTO DEGLI ANTENATI
L’antica società cinese era fondata sulla famiglia . I bambini venivano cresciuti nel rispetto degli anziani a cui dovevano ubbidire. I nonni si prendevano cura dei bambini durante l’infanzia, e allo stesso modo i giovani dovevano occuparsi degli anziani. La moglie ubbidiva al marito, ma acquistava autorevolezza una volta diventata nonna. La civiltà cinese non aveva una religione ufficiale. Vi erano però molte regole morali e si veneravano divinità legate alla natura e gli spiriti degli antenati. Si credeva che gli spiriti dei defunti fuggissero dalle tombe per rivivere in segreto nell’ambiente dei loro discendenti e del loro clan. Ad essi si chiedevano consigli e protezione, si pregava per ottenere piogge o la cessazione di epidemie. In questo modo si instaurava un rapporto tra i vivi e i morti che non doveva essere troncato né trascurato. Non bisognava far adirare gli spiriti degli antenati comportandosi male nella vita terrena. In ogni casa, nella zona più nobile e più centrale, un altare familiare veniva eretto in loro onore.
La cura del corpo riguardava la salute piuttosto che la bellezza. Il corpo veniva considerato un dono da proteggere e da fortificare attraverso esercizi fisici che avevano lo scopo di mantenere l’equilibrio tra la mente e il corpo.
Le case erano solitamente di legno, avevano il tetto spiovente con il margine inferiore rivolto verso l’alto. I tetti e le pareti delle abitazioni dei nobili erano colorati e decorati con vernici e lacca. Ogni abitazione possedeva un cortile interno: piccolo e buio per i poveri, ampio e con giardino per i ricchi.
LA SCRITTURA
A differenza della maggior parte delle lingue e scritture del passato, che sono scomparse, quelle dell’antica Cina vivono ancora oggi, seppure con modifiche. La lingua cinese è monosillabica (ogni parola è formata da una sola sillaba); la scrittura è ideografica (i caratteri significano idee). Gli ideogrammi cinesi sono più di 40 mila, ma per gli usi della vita quotidiana, come leggere i giornali, è sufficiente conoscere 8-9 mila caratteri.
LA NASCITA DELLA CARTA
I cinesi furono i primi ad utilizzare la carta. Essa si otteneva dalla macerazione (processo di prolungata immersione in acqua) di fibre vegetali come la corteccia d’albero, la canapa, i germogli di bambù, e stracci immersi nell’acqua. L’impasto ottenuto era pressato in modo da ottenere dei fogli sottili, che poi venivano essiccati. la carta giunse in Europa mille anni dopo.
Di seguito, immagini della cartiera di Fabriano.
L’INVENZIONE DELLA STAMPA
Per millenni, prima dell’invenzione della stampa, l’unico modo – o comunque quello più importante – per conservare le conoscenze è stata la scrittura a mano. Cinesi inventarono un sistema di stampa basato su blocchi di legno, uno per ogni pagina, intagliati e inchiostrati. Sul legno venivano disegnati in rilievo gli ideogrammi – i caratteri su cui si basa la scrittura cinese – come se fossero stati ‘visti alla specchio’ e i blocchi venivano poi cosparsi di inchiostro e applicati a pressione su un foglio di carta. Il più antico libro a stampa che sia arrivato sino ai giorni nostri è un testo religioso cinese. La tecnologia della stampa ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della civiltà umana: ha reso possibile riprodurre rapidamente molte copie identiche di un testo scritto, aumentando in questo modo la circolazione della conoscenza; ha dato a più persone la possibilità di leggere testi di ogni tipo e creato le premesse per la moderna libertà di informazione.
L’INVENZIONE DELLA BUSSOLA
La bussola è lo strumento più antico per orientarsi e a bordo delle navi è lo strumento principale per individuare e percorrere la rotta: infatti l’ago della bussola, in qualunque luogo ci troviamo, segna sempre il Nord. L’uso della bussola come strumento di navigazione risale all’anno 1100 e proprio i cinesi furono i primi ad usare questo strumento collocando un ago calamitato su un pezzetto di sughero che poi veniva messo a galleggiare sull’acqua contenuta in un piccolo recipiente. I cinesi avevano scoperto le proprietà della magnetite, un minerale ferroso che, seguendo l’attrazione magnetica della Terra, indica sempre il Nord.
L’INVENZIONE DELLA POLVERE DA SPARO
I cinesi inventarono la polvere da sparo tra il 10° e il 12° secolo. Inizialmente il suo uso non avvenne per scopi militari, ma per feste e riti religiosi. Gli scoppi e la luce che creava servivano soprattutto per scacciare gli spiriti maligni, spaventandoli con il frastuono provocato dalle esplosioni. Ben presto però la polvere da sparo venne impiegata nelle guerre.
La polvere da sparo è tuttora alla base delle munizioni per fucili e pistole, dei fuochi d’artificio e dei semplici petardi, i quali, anche se rudimentali, sono sempre armi da fuoco, come mostrano i numerosi incidenti accaduti a chi li usa senza precauzioni.
L’ARTE CINESE
L’arte cinese ha origini antichissime e si sviluppa dal 5000 a.C. fino ai giorni nostri. In tutto l’arco della sua storia è stata continuamente influenzata dalla religione e per questo rimane sempre legata sia alle tradizioni antiche, sia alla natura (infatti, la religione cinese del taoismo presuppone una vita in armonia con la natura).
Le prime opere giunte fino a noi sono connesse al culto dei morti e sono costituite da oggetti di vario genere che, seppelliti con i defunti, si sono potuti conservare. Durante il regno del primo operatore cinese Shi Huang Ti (III secolo a.C.) furono costruiti grandi e ricchi palazzi dove fiorirono le arti. La tomba di questo imperatore rappresenta l’opera artistica più importante di questo periodo ed è costituita da un monumentale esercito di terracotta con la funzione di proteggerla.
Si tratta di 6000 statue di soldati, posti a guardia dell’imperatore, che avevano il compito di accompagnarlo nell’aldilà. Ogni statua è la copia fedele del guerriero originale, con gli stessi tratti del volto, espressione e acconciatura, e a dimensione reale. I soldati erano muniti di armatura, lance, balestre, carri e cavalli.
La realizzazione di questi soldati fu complessa: prima venivano lavorati separatamente il piedistallo, i piedi, le gambe, il corpo, le braccia, le mani e la testa; poi venivano uniti.
Successivamente, con l’argilla, venivano lavorati i lineamenti del volto e l’armatura; infine veniva colorata la terracotta ed erano aggiunti i particolari in metallo. Fanno parte di questo straordinario esercito di terracotta le riproduzioni di carri e di cavalli, indispensabili in un esercito per dirigere i movimenti della fanteria, cioè dei fanti che combattevano a piedi.
Sotto la dinastia Han (III secolo d.C.) la Cina attraversò un periodo d’oro. Attraverso la testimonianza di testi e documenti, abbiamo notizia di sfarzosissimi palazzi costruiti in legno oggi andati perduti. Inoltre sono stati trovati nei mausolei preziosi manufatti in giada.
LA CITTA’ PROIBITA
Nella capitale Pechino, tra il 1406 e il 1420, venne costruita la Città Proibita in cui dimoravano l’imperatore e la sua famiglia e nessun altro poteva entrare.
Il maestoso complesso si compone di 980 edifici ed è il più grande palazzo del mondo. La Città Proibita è circondata da mura alte 7,9 metri e da un fossato di 6 metri di profondità e 52 metri di ampiezza. Tutte le porte della Città Proibita sono decorate con nove file di chiodi d’oro, fatta eccezione per la Porta Gloriosa dell’Est che ha solo otto file. Al centro della corte interna, sono presenti tre edifici: il Palazzo della Purezza Celeste, Il Palazzo dell’Unione e il Palazzo della Tranquillità Terrestre. I tre palazzi furono le residenze ufficiali dell’imperatore e dell’imperatrice. L’imperatore, che rappresenta lo YANG e il Cielo, occupava il Palazzo della Purezza Celeste. L’imperatrice, che rappresenta lo YIN e la Terra, risiedeva nel Palazzo della Tranquillità Terrestre. Tra di loro c’era il Palazzo dell’Unione, in cui lo Yin e lo Yang si mescolavano per produrre armonia. Di questa armonia tra gli opposti (yin in origine indicava il versante oscuro, adombrato, settentrionale e yang quello luminoso, assolato, meridionale di una stessa collina o altura) l’imperatore il guardiano supremo.
LA CITTA’ PROIBITA – Video
LA CITTA’ PROIBITA – Immagine interattiva
LA STORIA DELLA CITTA’ PROIBITA
ZHI DI era il quarto figlio dell’imperatore della dinastia MING, e, come tale, non aveva diritto ad ascendere al trono. Pertanto fu destinato alla carriera militare. A nove anni venne abbandonato nella foresta senza cibo né riparo. Dovette lottare per sopravvivere. Così imparò a cacciare gli animali, a preparare trappole e a colpire al momento giusto. Nella solitudine della montagna, imparò a fidarsi solo di se stesso e a sfruttare ogni occasione con decisione e senza esitazione. Imparò a prendere il suo destino nelle proprie mani. Al comando di un grande esercito, Zhi Di sconfisse e respinse i mongoli: una popolazione di guerrieri nomadi che aveva dominato la Cina per oltre un secolo. Con questa grande vittoria si guadagnò rispetto e potere. Quando Zhi Di ebbe quarant’anni un indovino gli fece una profezia: disse al principe che aveva l’aspetto di un imperatore, le movenze di un drago e la forza di una tigre; e che senza dubbio era il Figlio del Cielo, capo di tutte le genti. A quell’epoca l’imperatore viveva a Nanchino. Come da usanza, i figli di Zhi Di erano ostaggi a corte. L’imperatore decise però di renderli liberi, come gesto di fiducia nei confronti di Zhi Di. Egli però interpretò questa azione come segno di debolezza e l’occasione per usurpare il suo trono. Nel 1402 giunse alle porte di Nanchino con un milione di soldati. La città era protetta da mura che la rendevano impenetrabile. Allora Zhi Di, invece di assediarla, decise di corrompere i funzionari di corte, approfittando della loro avidità. Ricevuta la somma pattuita, questi aprirono le porte della città permettendo a Zhi Di di conquistarla senza combattere. La città fu data alle fiamme e Zhi Di proclamato imperatore. Molti dei funzionari di corte, tra cui il più importante, non volevano inchinarsi all’usurpatore, dichiarandosi fedeli solo al legittimo imperatore, che era salito al trono per diritto di discendenza. Zhi Di li fece uccidere e punì anche le loro famiglie, tanto che le vittime furono decine di migliaia. Come simbolo della sua potenza fece costruire a Pechino il suo immenso palazzo: l’immagine terrena del mondo celeste. In ogni dettaglio del progetto si riflettevano i principi della tradizione millenaria cinese. Allineato con la stella Polare, che era considerata il centro del Cielo, il palazzo reale era considerato il centro della Terra. Tutti i palazzi e i cortili racchiudono il numero nove o un suo multiplo. Su ogni tetto nove creature mitiche allontanano gli spiriti maligni. Nove draghi decorano il muro che separa il cortile esterno dagli appartamenti della famiglia imperiale. Il tetto della sala del trono è sostenuto da nove gigantesche colonne. Il trono del Figlio del Cielo è protetto da nove draghi. Si dice che la città proibita abbia 9999 stanze: solo il mondo dei cieli ne può avere 10000. Il giallo è il colore delle sculture e dei tetti. Solo l’imperatore poteva usare questo colore, pena la morte. Gli ornamenti delle facciate dei palazzi sono scolpiti a mano. Sui tetti dei palazzi si contano 150 mila tegole colorate con uno smalto che le rende brillanti, ancora oggi, la formula per prepararlo è protetta dal segreto di Stato. La costruzione della città proibita fu ultimata in soli tre anni, perché si seguì un procedimento molto semplice e antichissimo (risalente al primo millennio a.C.): i componenti venivano prima realizzati e poi posti l’uno sopra l’altro senza rendere necessario l’utilizzo di chiodi. Tutti gli elementi portanti dei palazzi sono in legno di cedro: leggero da trasportare e facile da lavorare, ma molto resistente. Centomila detenuti furono utilizzati per costruire la città proibita. Legati a pesanti collari, venivano liberati solo all’alba per iniziare a lavorare. La costruzione della città proibita richiese l’uso di materie prime provenienti da tutta la Cina, il cui reperimento durò diversi anni. L’opera costò moltissimo e i danni per la popolazione furono enormi: centinaia di migliaia di contadini vennero strappati alle loro terre per contribuire alla costruzione: in molte provincie la gente era costretta a mangiare corteccia di albero per non morire di fame. Ciononostante l’imperatore, che doveva rendere conto solo agli dei, continuò l’edificazione della città simbolo del suo potere assoluto, assecondando le parole di Confucio: “I governanti e i sudditi sono come il vento e l’erba: quando il vento soffia, l’erba si piega.”
La città proibita però non si dimostrò eterna come Zhi Di si aspettava: poco dopo il suo compimento una tempesta la colpì nel suo punto debole: le colonne di legno su cui poggiavano i suoi tetti. I fulmini fecero incendiare le tre sale principali che rappresentavano il centro del mondo. Il lavoro di una vita venne distrutto. Nonostante ciò la dinastia Ming continuò a durare: altri 13 imperatori si succedettero sul trono del drago. Ma l’incendio è un presagio del destino che attende l’impero.
IL TAO
Il TAO, (la VIA) è il principio universale di tutte le cose e rappresenta il continuo mutamento della natura e il suo alternarsi tra fasi positive e fasi negative, che l’uomo non deve tentare di modificare, ma alle quali deve adeguarsi. Sono presenti due forze o energie: Yin: acqua, freddo, notte femminile (nero); Yang: fuoco, caldo, giorno, maschile, (bianco). In ciascuna c’è una parte dell’altra.
Secondo il Taoismo, quando esiste un perfetto equilibrio fra i due elementi (Yin e Yang), l’uomo vive una situazione di benessere, ma quando si rompe l’armonia, nasce il conflitto nella vita degli esseri umani. Di conseguenza non deve esistere eccesso o carenza né di Yin né di Yang, ma convivenza equilibrata delle opposte energie. Questi opposti sono indispensabili e si completano a vicenda. Inoltre nello Yin c’è il “seme” dello Yang e viceversa. Come il giorno si trasforma in notte e viceversa, così lo yang di evolve il yin e lo yin si evolve in yang creando un movimento ciclico che si ripete sempre.
L’ULTIMO IMPERATORE
Qin Shi Huang fondò un impero.che, nonostante comprendesse un vastissimo territorio e tante popolazioni diverse, durò fino al secolo scorso, come ricorda il famoso film “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci. Il film ricostruisce la vita di Pu-Yi, l’ultimo imperatore della Cina, dalla sua infanzia, quando tutto gli era dovuto perché considerato il figlio del Cielo, fino alla prigionia nei campi di rieducazione politica ai tempi di Mao (che divenne il presidente della Repubblica Popolare Cinese) e alla sua triste morte, avvenuta quando ormai tutti si erano dimenticati di lui.
LE CIVILTA’ DELL’ANTICA CINA – Video HUB scuola.
LA CIVILTA’ CINESE – Video
LA MURAGLIA CINESE – Video
RISPONDI ALLE DOMANDE
LA CINA OGGI
La Cina è grande all’incirca 30 volte l’Italia è il paese più popolato del mondo. Il 90% circa dei cinesi vive in un territorio dominato dalle pianure, dai grandi fiumi e dall’agricoltura. Il resto del territorio è invece una zona più vasta ma molto meno popolata, dominata da steppe, deserti e altopiani, e dalle catene di montagne più grandiose del mondo. Qui vivono gli allevatori nomadi e le minoranze etniche di origine turca, mongola, tibetana. La parte settentrionale della Cina è la culla della civiltà cinese. È qui che sorge la capitale politica, Pechino, che si trova pressappoco alla stessa latitudine di Napoli, ma con un clima molto più continentale e freddo. I prodotti principali dell’agricoltura sono qui i cereali secchi: grano, orzo, miglio, sorgo. Inoltre, cotone, legumi e ortaggi. A sud, il clima è tropicale, molto influenzato dal monsoni, che in primavera e in estate portano piogge torrenziali, e a volte catastrofici tifoni. Se il grano e in generale i cereali secchi sono tipici del nord (dal clima secco e freddo), il riso si afferma sempre di più come il prodotto più tipico del sud. Questo dipende dal fatto che il riso richiede grandi quantità di acqua (qui fornite soprattutto dal monsone) e molto lavoro fatto a mano dai contadini. Per quanto riguarda il bestiame, esso è meno utilizzato che da noi in appoggio all’agricoltura, perché per nutrirlo occorrerebbe impiegare delle granaglie, sottraendole ai raccolti destinati agli uomini. Ci sono, certo, cavalli, muli, asini e bufali, adoperati come animali da tiro, ma in numero limitato. Sono invece allevati in grande quantità i suini e gli animali da cortile, e anche il pesce, del quale è assai diffusa la coltura nelle acque interne, a volte nelle stesse risaie. Simbolo della divisione tra questi due mondi è la Grande Muraglia, che il primo imperatore costruì riunendo una serie di fortificazioni già esistenti.
Dalla prima unificazione del paese nel terzo secolo a.C. fino alla caduta dell’impero nel 1911, la Cina ha conservato delle caratteristiche praticamente immutate. L’imperatore esercitava un forte potere centrale e si serviva dei mandarini (i suoi funzionari) per la riscossione delle tasse a cui erano tenuti i migliaia di contadini. La società poggiava sull’ubbidienza agli anziani e ai superiori nella famiglia e nella società, sulla maggiore importanza attribuita al lavoro intellettuale rispetto a quello manuale, sulla subordinazione della donna. Dopo la caduta dell’impero, venne proclamata la repubblica e seguirono sanguinose guerre civili, che condussero, nel 1949, alla vittoria di Mao Zedong, che fondò la Repubblica Popolare Cinese. Le terre furono sottratte ai proprietari terrieri e consegnate ai contadini. Tutte le proprietà furono acquisite dallo Stato: si instaurò un regime autoritario che reprimeva con la violenza tutti gli oppositori. Durante il regime di Mao la Cina ha contato milioni di morti, dovuti tra l’altro alla repressione dei dissidenti e alla carestia più grave di tutti i tempi, verificatasi tra il 1958 e il 1962.
Negli ultimi anni la Cina ha realizzato un grande sviluppo economico. Malgrado ciò le aree del paese non sono cresciute allo stesso modo: le zone costiere sono molto ricche, mentre circa 60 milioni di contadini hanno a malapena il necessario per vestirsi e sfamarsi. Pechino, Shanghai, Tianjin, Hong Kong sono solo alcune delle città ricche della Cina, ma esistono anche villaggi privi di elettricità e acqua corrente. Moltissime persone hanno abbandonato le campagne per recarsi in cerca di lavoro nelle grandi città, dove sono aumentati la criminalità e l’inquinamento. Si è affermata quindi una forte disuguaglianza sociale, la ricchezza si concentra nelle mani delle famiglie dei funzionari statali che da sempre risulta essere lo strato dominante della popolazione.
Anche se il controllo su ogni aspetto della vita da parte del regime si è attenuato, la Cina continua ad essere un paese autoritario, dove il numero di condanne alla pena di morte resta il maggiore al mondo.